Coaching aziendale e riservatezza

Coaching aziendale e riservatezza: uno spazio sacro anche sul lavoro

“In un percorso di Coaching finanziato dal datore di lavoro, quali sono i confini della riservatezza?”

Secondo gli standard etici dell’International Coaching Federation (ICF) – seguiti da ogni Coach accreditato – la riservatezza è un pilastro non negoziabile.

La riservatezza come fondamento della fiducia

Nel contratto che avvia ogni percorso, soprattutto in contesto aziendale, si stabilisce una triade di accordi: Coach, Cliente (Coachee) e Sponsor (l’azienda). Ciascuna di queste figure ha un ruolo preciso e una responsabilità definita.

  • Il Coachee è il vero centro del percorso: colui che lavora sui propri obiettivi di sviluppo.
  • Lo Sponsor, tipicamente l’azienda o il responsabile HR, definisce insieme al Coachee e al Coach gli obiettivi generali del percorso (es. migliorare la leadership, affrontare un nuovo ruolo).
  • Il Coach è il facilitatore neutrale che si impegna a mantenere la riservatezza assoluta sui contenuti delle sessioni, a meno di accordi espliciti e condivisi.

Questa distinzione è fondamentale: l’azienda può essere informata sull’andamento generale del percorso, ma non su ciò che viene detto durante le sessioni. Nessun dettaglio personale, nessuna riflessione intima, nessuna vulnerabilità può essere riportata senza consenso.

Perché questa tutela è essenziale

Senza riservatezza, non c’è spazio sicuro. E senza spazio sicuro, non c’è Coaching autentico. Un cliente che si sente osservato o giudicato non può esplorare liberamente, non può riconoscere i propri limiti, né valorizzare i propri talenti.

La potenza del Coaching nasce proprio da questo: dalla libertà di essere, senza filtri, nel rispetto totale della propria unicità.

Il Coach è garante di questo spazio sacro

Il ruolo del Coach, in contesto aziendale come in quello privato, è anche quello di custodire la riservatezza come valore etico, ricordandolo con chiarezza all’inizio del percorso e ribadendo quando serve. È parte integrante della Competenza ICF “Incoraggia fiducia e sicurezza”.

Un patto professionale per una trasformazione autentica

Il Codice Etico ICF è molto chiaro su questo punto: il Coach è tenuto a proteggere la riservatezza di tutte le informazioni condivise dal Cliente, tranne nei casi previsti dalla legge o in accordo con lo stesso Cliente.

Ed è proprio questa garanzia che consente al Coaching di essere uno strumento potente e trasformativo, anche e soprattutto all’interno delle organizzazioni.

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